isola archeologica di san vitale

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1. RELAZIONE DESCRITTIVA
CONCEPT
“Una sensazione stranamente familiare”
Confrontarsi con contesti molto consolidati può indurre a ritenere “fuori luogo” le intuizioni originarie. Quella di esimersi dall’effettuare il sopralluogo, prima di approntare il progetto, è stata una posizione dettata dall’ansia di autocensura che le suggestioni del luogo avrebbero inevitabilmente esercitato sull’intera concezione del progetto. Ho voluto esplorare in questo modo, la capacità che un oggetto puro, di entità apparentemente aliena, avesse di invertire i costrutti psicologici di percezione dello spazio familiare, quello convenzionalmente dato o ereditato, caricato di uno spesso quanto evidente valore storico, come nel caso assegnato. In altre parole ciò significa conferire all’oggetto un ruolo di protagonismo che tuttavia è di tipo relativo poiché, come si vedrà in seguito, il suo aspetto non è il risultato di una trasposizione astratta o di un idea iperuranica, oppure ancora di un autoreferenzialità stilistica e personalistica ma, di una graduale composizione/modellazione per morfogenesi.
Ve detto però che questa “intuizione pura” non è stata inverata a posteriori per mezzo di argomentazioni sofistiche. Un tema a me molto caro è infatti quello della vocazione lirica ottenuta per mezzo dell’epurazione di ogni componente non eminentemente architettonico. Se per architettura si intende ciò che r-esiste dopo la semplice presenza. L’intuizione è ciò che non possiede scaturigine ma che provoca un sentimento.
L’essermi astenuto dal confrontarmi con la dimensione fisica degli edifici circostanti, è stato un consapevole rischio ritenuto tuttavia ammissibile, ma soprattutto mi ha consentito di spingermi coraggiosamente verso un oggetto “fuori scala” ancorato al contesto, per via delle sole deduzioni geometriche, derivate dal traliccio compositivo della piazza. Il poliedro può essere definito come un “epicentro discreto” ovvero posizionandosi come punto focale e polo prospettico dell’intera piazza ma riflettendone letteralmente l’immagine secondo angolazioni e visuali inusuali, ri-proponendone una interpretazione artistica e metaforica. Il poliedro compie un operazione di deterritorializzazione dello spazio costruito circostante, proiettandolo in una dimensione frammentata ma sempre rintracciabile come reale. Quello delle tracce è un tema che si annette a quello della coesistenza delle diverse compagini storiche compresenti nel luogo di intervento. Nella piazza infatti convive una ricca stratificazione di epoche, per ciascuna delle quali è individuabile una traccia evidente. Il poliedro ne riflette i frammenti, ne amplifica e distorce i rapporti di continuità e vicinanza. Il volume sfaccettato, la geometria esatta e la superficie liscia sono in aperta dicotomia con il contesto. La riflessione contempera, mitiga, risana l’estraneità. Riflettendo l’ambiente conosciuto in una dimensione che non gli è propria, il poliedro si circonda di un’aurea “stranamente familiare”. Il progetto è un invito alla rilettura del paesaggio secondo canoni eterocliti, coraggiosi e ancora misconosciuti.

2. RELAZIONE TECNICA

Il progetto è costituito da un volume poliedrico di n° 32 facce complessive. È ubicato in luogo dell’attuale fabbricato eretto a protezione del mosaico oggetto del bando. La presente proposta prevede per il fabbricato attuale la demolizione integrale.
Il poliedro è il risultato di un attento e graduale processo di morfogenesi ottenuta per successivi stadi di modellazione. A tal proposito è stato di principale importanza servirsi del modulo planimetrico della piazza, la cui reiterazione altimetrica, ha generato l’”altezza conforme”, commisurando la dimensione dei nuovi interventi con quelli già esistenti e semplificando la lettura dei rapporti reciproci. Nella matrice è inscritto lo stesso corpo di fabbrica di nuova realizzazione.
Le fasi della morfogenesi seguono nella fattispecie:
due operazioni basiche rispettivamente di:
1) ESTENSIONE della direzione a supporto del regolo conformativo;
ed
2) ESTRUSIONE ovvero di circoscrizione della sagoma di massimo ingombro e estrusione del perimetro secondo l’asse zeta;
tre successive fasi di:
3) MODELLAZIONE per progressiva sfaccettatura delle superfici, di cui una sensibile all’esposizione ed alla captazione della radiazione solare per l’autosufficienza energetica del progetto;
una fase di:
4) MODELLAZIONE per introiezione delle principali direttrici di flusso; (per direttirci di flusso si intendono le direzioni principali di ingresso alla piazza, queste idealmente intercedono con il poliedro scavando al suo interno dei canyon e contrassegnandone gli ingressi).
due ultime fasi di
5) MODELLAZIONE per interferenza della componente strutturale interna con quella di chiusura esterna;
6) MODELLAZIONE per scopi specifici.

SISTEMA COSTRUTTIVO
Strutturalmente il poliedro è costituito da una sistema montante principale a maglia tridimensionale di travi e pilastri in acciaio a sezione scatolare cava saldati fra di loro. Ciascun pilastro è staffato all’ appoggio puntuale di cls armato. L’orditura secondaria è ugualmente in acciaio ed oltre ad assolvere alla funzione di struttura di irrigidimento sostiene anche il rivestimento interno/esterno.
Le partiture strutturali orizzontali sono invece, ove previste, realizzate in acciaio nella qualità di travetti a sezione rettangolare cava saldati fra di loro e in cristallo o vetro temperato per le parti calpestabili.

CHIUSURA
Per la chiusura delle partizioni convesse è previsto l’uso dei pannelli prefabbricati in cemento rinforzato con rete di armatura sulle due superfici del tipo acquapanel finite superficialmente con un rivestimento in lastre di alluminio riflettente trattato a specchio.
Per la chiusura delle partizioni concavi è previsto l’uso dei pannelli prefabbricati in gesso e cartone finite superficialmente da rasatura e tinteggiatura a base di quarzo di colore bianco.

SAVE ENERGY E E-POLICY
La particolare conformazione del poliedro deriva in parte anche dall’esigenza di dotare la struttura di tecnologie atte all’auto-soddisfacimento del fabbisogno energetico, che il progetto richiede per essere completamente funzionate. L’energia incamerata dal fotovoltaico servirà infatti all’idonea illuminazione degli spazi interni ed esterni nelle fasce orarie notturne. Ma non solo. Il progetto infatti è concepito per essere un e-picentro. È a tale ragione prevista l’installazione, al suo interno, di una centralina wire-less per fruire liberamente della connessione alla rete telematica. I fruitore potranno beneficiare di questo servizio connettendosi, con i propri dispositivi per la navigazione, alla rete LAN e a quella elettrica dall’interno o dalla piazza sfruttando la propagazione delle onde.

ASPETTI SOCIO-FUNZIONALI
Il progetto non è solo la risposta alla richiesta di una copertura peraltro esistente ai reperti archeologici. Coerentemente alla sua natura di poliedro e contrariamente alla sua presenza forte, si predispone a numeroso novero di attività deboli di natura meta-funzionali o se si preferisce a vocazione sociale. Navigare in internet, controllare la posta, ricevere informazioni, leggere un libro, fumare una sigaretta, aspettare che spiova, incontrarsi per l’aperitivo, fare due chiacchiere, presentare un quadro, proiettare una video istallazione, scoprire nel frattempo di camminare su un antico mosaico romano; semplicemente incontrarsi. Lo spazio concavo è deliberatamente scevro da suppellettili e indicazioni tematiche, possibilità d’uso precostituite. Se lo spazio convesso è una sorta di antimateria densa quello interno è un vuoto da riempire.

DISTRIBUZIONE
Lo spazio all’interno del poliedro si articola su due livelli. Quello a piano terra ad esclusione dei passaggi e quasi privo di calpestio, poiché lo spazio è lasciato libero per dare piena visibilità ai reperti archeologici. Il mosaico e l’insieme dei reperti archeologici, restano assolutamente visibili anche dal piano superiore, al quale si accede per mezzo di una scala. Infatti il calpestio di quest’ultimo è in vetro e pensato per consentire una visione integrale non scorciata dei reperti sottostanti.

ASPETTI ARCHITETTONICI
Della morfogenesi è stato già detto. Non direttamente deducibile da quella è il finestrone panoramico al primo livello dal quale inoltre penetra la luce naturale.

NUMERI
Sagoma di massimo ingombro: 300 mq
Superfice calpestabile del piano terra: 111 mq
Superfice calpestabile del piano primo: 181 mq
Altezza piano terra: 5 mt
Altezza piano primo: 5 mt
Volume: 255 mc